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CONSIDERAZIONI SUL Līmӗn

Aggiornamento: 7 feb




Chiara Giubellini


Līmӗn, un sostantivo neutro latino che ha ben poco di “neutrale” nelle sue varie accezioni: può significare “soglia”, “entrata” così come “uscita”, “principio”, “inizio”, “confine”, “frontiera”, “limite estremo” ( www.dizionario-latino.com).

L’antropologo francese Arnold van Gennep coniò il termine liminalità, introducendone il concetto nel 1909 nel suo classico Riti di Passaggio (van Gennep 2002). Sviluppato poi ulteriormente da Victor Turner (1970), il concetto di liminalità nasce nell’ambito dei riti di passaggio che contrassegnano cambiamenti di stato sociale, richiamando al contempo una dimensione psichica di transito da una condizione passata non più presente a una condizione futura che non si è ancora creata.

Un esempio pratico ci viene fornito dalla figura del migrante che si muove nella dimensione del liminale nel momento in cui, spostandosi da un paese all’altro, non è più nella situazione originaria ma non si è ancora delineata la condizione altra nel paese ospitante.

Successivamente a van Gennep, il contributo di Turner ci permette di completare meglio il quadro: la liminalità viene accostata ad una forza determinante i processi di rottura e ricostruzione dei sistemi sociali (Turner 1970). Quindi porta in sé l’energia di un’“indeterminatezza produttiva”, come direbbe Waldenfels (2011, p.79).

Il progressivo sbiadire dei riti di passaggio nelle nostre comunità, rispetto al passato, non può non lasciarci a volte in uno stato di spaesamento, che non risparmia i più giovani. Le tappe della vita sono scandite in maniera sempre meno marcata da rituali sociali e questo può favorire il permanere in una condizione di perenne trasformazione, senza mai arrivare al dunque.  

Concetto molto caro nella comunità degli analisti junghiani, la liminalità entra anche in ambito politico dove si accusa sempre più il permanere in un perenne cambiamento, evocato ma molto spesso rinviato (Navarini 2019).

Quali altri esempi di liminalità ci vengono in mente nelle nostre realtà sociali?

 

 

BIBLIOGRAFIA

Navarini G. 2019, Politica liminale. La sovversione dell’ordine rituale, Meltemi.

Turner V. 1970, Forest of Symbols, Cornell Univ Pr

van Gennep A. 2002, I riti di passaggio, Torino, Bollati Boringhieri. https://amzn.to/4bqRkvB

Waldenfels B. 2011, Estraneo, Straniero, Straordinario, Rosenberg&Sellier, Torino https://amzn.to/49lLj1g



(EN) Considerations on the Līmӗn

 

Līmӗn, a neutral Latin noun that has very little that is "neutral" in its various meanings: it can mean "threshold", "entry" as well as "exit", "beginning", "border", "frontier", “extreme limit” (www.dizionario-latino.com).

The French anthropologist Arnold van Gennep coined the term liminality, introducing the concept in 1909 in his classic Rites of Passage (van Gennep 2002). Developed further by Victor Turner (1970), the concept of liminality was born in the context of rites of passage that mark changes in social status, recalling at the same time a psychic dimension of transit from a past condition that is no longer present to a future condition that has not yet been created.

A practical example is provided to us by the figure of the migrant who moves in the liminal dimension when, moving from one country to another, he is no longer in the original situation but the other condition in the host country has not yet emerged.

After van Gennep, Turner's contribution allows us to better complete the picture: liminality is compared to a force determining the processes of breakdown and reconstruction of social systems (Turner 1970). It therefore carries within itself the energy of a "productive indeterminacy", as Waldenfels would say (2011, p.79).

The progressive fading of rites of passage in our communities, compared to the past, cannot help but sometimes leave us in a state of disorientation, which does not spare the youngest. The stages of life are marked in an increasingly less marked way by social rituals and this can favor remaining in a condition of perpetual transformation, without ever getting to the point.

A very dear concept in the community of Jungian analysts, liminality also enters the political sphere where it is increasingly accused of remaining in perennial change, evoked but very often postponed (Navarini 2019).

What other examples of liminality can we think of in our social realities?

 

BIBLIOGRAPHY

As above




(FR) Considérations sur le Līmӗn

 

Līmӗn, un nom latin neutre qui a très peu de « neutre » dans ses diverses significations : il peut signifier « seuil », « entrée » aussi bien que « sortie », « début », « frontière », « limite extrême » (www.dizionario-latino.com).

L'anthropologue français Arnold van Gennep a inventé le terme liminalité, introduisant le concept en 1909 dans son classique Rites de passage (van Gennep 2002). Développé plus avant par Victor Turner (1970), le concept de liminalité est né dans le contexte de rites de passage qui marquent des changements de statut social, rappelant en même temps une dimension psychique de transit d'une condition passée qui n'est plus présente à un condition future qui n’a pas encore été créée.

Un exemple pratique nous est fourni par la figure du migrant qui se déplace dans la dimension liminale lorsque, passant d'un pays à un autre, il n'est plus dans la situation d'origine mais que l'autre condition du pays d'accueil n'est pas encore apparue.

Après van Gennep, la contribution de Turner permet de mieux compléter le tableau : la liminalité est comparée à une force déterminant les processus d'effondrement et de reconstruction des systèmes sociaux (Turner 1970). Elle porte donc en elle l’énergie d’une « indétermination productive », comme dirait Waldenfels (2011, p.79).

L’effacement progressif des rites de passage dans nos communautés, par rapport au passé, ne peut que nous laisser parfois dans un état de désorientation qui n’épargne pas les plus jeunes. Les étapes de la vie sont marquées de manière de moins en moins marquée par des rituels sociaux et cela peut favoriser le maintien dans une condition de transformation perpétuelle, sans jamais aller à l'essentiel.

Concept très cher à la communauté des analystes jungiens, la liminalité entre également dans la sphère politique où elle est de plus en plus accusée de rester dans un changement perpétuel, évoqué mais bien souvent ajourné (Navarini 2019).


À quels autres exemples de liminalité pouvons-nous penser dans nos réalités sociales ?

 

BIBLIOGRAPHIE

comme ci-dessus

 

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Chi sono? Da oltre 10 anni, sono un Medico Chirurgo, con ampia esperienza clinica acquisita in ambito psichiatrico istituzionale, sia in Italia che all'estero. Sono Psicoterapeuta qualificata, Analista Junghiana, Socio Analista del Centro Italiano di Psicologia Analitica e dell'International Association of Analytical Psychology. Mi occupo di: difficoltà nelle relazioni, depressione e altre variazioni dell'umore, disturbo di ansia, disturbi alimentari, problemi con lo studio e il lavoro, e perdita di significato nella propria esistenza. Conduco colloqui in lingua italiana e inglese, in persona e tramite modalità online. 

Metto a vostra disposizione il mio servizio nella zona di Roma nord-est (Ponte Mammolo/ Montesacro/Don Bosco/Tuscolano).

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